venerdì 30 maggio 2008

"Salvo non è morto, è partito"


Articolo di Cenzina Salemi pubblicato su La Sicilia del 30 maggio

Una foto vicino l’altare ritrae Salvo nel giorno del suo diciassettesimo compleanno, gli occhi sono spalancati e vivaci, a rivelare quello «spirito rivoluzionario» e curioso del mondo che tanto lo contraddistingue.

«Un leader fra gli amici», così lo definisce padre Angelo Giurdanella che ieri, nella chiesa di San Giovanni Battista, ha celebrato i funerali del giovane, morto tragicamente folgorato da una scarica elettrica dentro la doccia della sua abitazione. «In certe circostanze, nonostante Dio ci abbia dato il dono della parola, è meglio tacere ed ascoltare il silenzio» aggiunge padre Giurdanella.

La chiesa è gremita di gente, ma si distinguono, tra la folla, tante magliette bianche e rosse con la scritta «Salvo». In questo modo i compagni di classe e i ragazzi del liceo «E. Majorana» hanno voluto rendere omaggio a Salvo, indossando quelle maglie, che con i loro colori richiamano l’idea di amore e di libertà. Difficile non notare gli occhi lucidi di giovani e adulti, occhi rimasti tali durante lo svolgimento dell’intera funzione.

Commozione che anche il sacerdote ha lasciato trasparire, cogliendo l’occasione per richiamare l’attenzione dei tanti giovani presenti sull’importanza del valore dell’amicizia e del tempo speso positivamente, senza rincorrere la banalità. E Salvo in questo era un esempio. La passione per il teatro, per il basket, per i propri ideali che con tanta fermezza portava avanti, facevano di lui un giovane impegnato, uno «spirito critico».

Commuovente la lettera che i compagni di classe hanno voluto che venisse letta dall’altare; lettera che rivela un dolore inconsolabile, l’impossibilità di conoscere più a fondo Salvo, ma che guarda al futuro, facendo di Salvo un modello da imitare. Uno dei compagni pronuncia un «Ti voglio bene», un altro, invece, per smorzare la commozione, legge una lettera scanzonata.

Eppure Salvo, nonostante l’amore per la vita, alla morte sì che ci pensava. Lo rivelano le sue poesie; perché lui, fra le tante passioni, aveva anche quella per la scrittura. La cerimonia termina con un applauso fragoroso e l’uscita del feretro è accompagnata da uno scampanio quasi assordante.

«Salvo - dice Don Giurdanella - non è morto, è partito».

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