
Prendendo spunto da alcuni articoli di cronaca pubblicati nel sito corriere.it vi raccontiamo la storia tragica di un ventenne siciliano detenuto in un carcere catanese.
«Scrivere poesie è da omossessuali». Sarebbe stata questa la motivazione con la quale due anni fa 8 mafiosi reclusi del carcere di piazza Lanza a Catania avrebbero violentato un ventenne detenuto, pure lui affiliato a una cosca. L'episodio è avvenuto due anni fa ma è reso noto soltanto nel mese di agosto dal legale della vittima, l'avvocato Antonio Fiumefreddo, intervistato durante "Klauscondicio", la trasmissione di Klaus Davi su YouTube.
«Il ragazzo - ricorda Fiumefreddo - scriveva poesie e aveva modi che potremmo definire effeminati. Non so nemmeno se fosse omosessuale, ma così venne ritenuto dagli altri detenuti e fu trattato in carcere come tale. Fu violentato - rievoca il penalista - da un gruppo di otto detenuti, tutti in carcere per gli stessi reati, e fu costretto al ricovero in infermeria con nove punti di sutura all'ano». «Il giovane - rivelava ad agosto Fiumefreddo - è ancora in carcere, ma per quell'episodio non ci fu alcuna conseguenza o punizione per i suoi aggressori». Secondo il legale queso è dovuto a «un problema che attiene all'ipocrisia del sistema». «L'episodio conclude Fiumefreddo - non è l'unico, credo che sia accaduto anche molte altre volte».
Mercoledì è uscita la notizia che questo giovane di cui non è stata resa nota l'identità si è suicidato nel carcere catanese di Bicocca dove era detenuto.
5 commenti:
I maiali che hanno fatto questa cosa abominevole devono sapere che la loro povera vittima forse era omosessuale ma loro che sono andati con un uomo sono finocchi, aricchiuna e spero che un negro scikkigno gli faccia provare una sofferenza cento volte superiore a quella che hanno causato loro al povero ragazzo.
ke tristezza...
la grettezza umana non ha limiti.
ignoranza barbara..
L'umanità dell'uomo è in pericolo!
Umanizziamo il mondo e tutti avranno cittadinanza.
Prof. Maria Grazia Caruso
Purtroppo, parafrasando una frase della ex ministro Luxuria, fin quando ognuno di noi si concentrerà su quanto c'è di diverso e non su quanto ci accomuna, difficilmente riusciremo a umanizzarci.
Fin quando qualcuno continuerà a pensare che l' omosessualità sia una malattia o, niente di meno che, un reato, difficilmente si andrà da qualche parte.
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