venerdì 28 novembre 2008

Io sieropositiva: Milano fa paura


Articolo di Andrea Galli pubblicato sul sito corriere.it


La testimonianza di Angela, 46 anni: «In città dovrebbe cominciare una rieducazione al sesso. Che punti sulla prevenzione» Aids: «Ci spogliamo, finalmente è arrivato il momento, ma alt, ferma un attimo, è giusto dirglielo che sono sieropositiva. Glielo dico. E lui "ah no, guarda, così è diverso", e se ne va, nel senso che mi molla, non ci vediamo più, basta, chiuso, e io ero innamorata, giuro, non sono una facile. Purtroppo». Aids: «Tanti miei amici sanno che sono malata da anni. Sanno tutto, e gli faccio una testa così, sulle precauzioni. Mi dicono, certi giorni: "Angelina, stanotte sapessi che ho fatto...". E io: "Il preservativo l'hai usato, vero?". "Mica serve. Quella lì, sicuramente, non ce l'ha, l'Aids. È sposata, lavora, dovresti vedere che bellezza, che forme, no, non può essere malata». Dice l'infettivologo Mauro Moroni che in città ci son «tre nuovi infettati al giorno».

E questi nuovi infettati, un esercito di 30 e 40enni — gente con esistenze, professioni, famiglie, passatempi da milanesi, se vi piace usiamo l'aggettivo «normali», gente che si diverte, incontra, finisce a letto —, questi nuovi infettati Angela li vede, conta, ascolta, e ne piange l'ignoranza, o l'arroganza, o la presunzione. Angela fa la volontaria per Anlaids, l'associazione nazionale per la lotta all'Aids. Ha 46 anni. L'ha infettata un fidanzato, poi morto. «Aveva l'Aids. Non lo sapevo. A lungo non l'ha saputo nemmeno lui. E chi lo usa, oggi, il preservativo. I genitori non ne parlano coi figli: è ancora un tabù. E nel rapporto sessuale, il preservativo è ancora visto come un ostacolo, una cosa medievale... Certi pazzi, quando vanno a prostitute, pagano il triplo per non indossarlo, ma lì c'è l'adrenalina, il piacere del rischio... In tutti gli altri casi, è idiozia pura». Oppure non è semplice idiozia. «In fondo, un orgasmo cos'è? Una roba di cinque, dieci minuti? D'accordo, e poi? È questo soltanto il sesso, un orgasmo rapido? Nient'altro? E allora ci vorrebbe una rieducazione al sesso. Ci vorrebbe rispetto. Per se stessi. Per gli altri ». Noi e gli altri. Casi e storie. Amori e convivenze, passioni e tradimenti. E sesso, sesso, sesso. Casi e storie. Lui e lei. Lei: io moglie, mi comporto bene, sto solo con mio marito, lui va con altre, infettate, e m'infetta, rimango incinta, e infetto mio figlio. Lui: io marito, sono monogamo, solo mia moglie, e lei fa sesso con un amante, che ha contratto il virus in precedenza con un'altra, lo trasmette a mia moglie, e il virus arriva a me, tu pensa, maledizione, a me che una volta al mese puntualissimo faccio il test.

«Ogni giorno, a Milano, ci son tre nuovi infettati» ripete Moroni. «E non c'è nessun ragazzino, tra loro. Nessuno. Solo adulti» dice Angela. «Prendono un raffreddore, che non passa, o passa e torna più bastardo di prima. Vanno a fare dei controlli, e oplà, scoprono d'essere sieropositivi... Non subito. Anche anni dopo. Quando ti sei sistemato, hai messo su casa e messo al mondo due pargoli. Ti piomba dentro, e tu: "Io? E com'è possibile?"». Com'è possibile, Angela? «C'è chi è talmente sicuro di sé da non usare mai il preservativo. Dice: "Non scelgo persone malate, ho occhio, sono intelligente, conosco il mondo, io il mondo lo viaggio. Soprattutto, mi fido". Presuntuosi: pensano di guardare negli occhi un estraneo, e subire capire, con uno sguardo. Chi ha in mente l'immagine del sieropositivo come uno scheletro vivente, si sbaglia. Medicine, pillole, continui esami, oggi si muore più tardi, rispetto al passato. Si dura di più. Chiaro. Prendi continui raffreddori, polmoniti, il fisico è debole, debolissimo. Quanto alle medicine, sono come cicli di chemioterapia. Con certi effetti collaterali... Per dire, capita che sotto la cintura perdi tre taglie e sopra la cintura ne prendi quattro, diventi una figura grottesca, smilza e obesa al contempo. Ma alla fine, se t'impegni riesci a stare a galla, a non trasformarti in un mostro...». A non farlo vedere.

Angela aveva un lavoro («Non ti licenziano perché sieropositiva, però ti fanno capire che sarebbe meglio andar via, per te e per loro») e fa fatica perfino a trovarsi un dentista («Ah, sieropositiva...»). Non la turba, questa vita a ostacoli. «Faccio più fatica di altri a progettare. Non ho potuto aver figli, le relazioni son quelle che sono, il fisico anche. C'è depressione. Fa male. Ma fa più male, agli incontri in associazione, questa scena qui, frequente. Io arrivo, c'è gente nuova, non dico che sono sieropositiva, poi lo dico e vedo qualcuno che non ci crede, "Come, tu? Sei normale", perché fisicamente non si nota niente di strano. E io "Guarda che anche tu sei normale, ma che ne sai delle persone con cui fai sesso, e di quelle con cui loro l'hanno fatto, e di come l'hanno fatto, eh, che ne sai?».

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Dopo la lettera di Angela mi sono confrontata con alcuni adolescenti avolesi ed ho scoperto che i ragazzi non sanno cos'è il virus HIV e in certi casi neanche l'AIDS. Stiamo correndo seri rischi se non ritorniamo a fare informazione e prevenzione seriamente, altro che canna sì, canna no. I nostri ragazzi sono tutti a rischio per i comportamenti sessuali scorretti e c'è chi (dirigenti compresi) nelle scuole non vuole sentire parlare di educazione sessuale che è ancora purtroppo tabù.
Preoccupata vi saluto affettuosamente
Prof. Maria Grazia Caruso

Anonimo ha detto...

Ho 38 anni è ho scoperto di essere sieropositiva 2 anni fa. Quando il dottore mi ha dato la notizia sono rimasto molto calma.
Alcune persone mi dicono che sono forte, ma è solo un'apparenza esteriore, uno scudo per proteggermi. Certo, a volte, quando sono solo, la paura mi assale. E allora alzo di nuovo la testa e cerco di allontanare le idee negative. Perché voglio andare avanti, voglio vivere.
Mancano le campagne informative per educare la gente SI AL PRESERVATIVO!!!!

Anonimo ha detto...

Mi dispiace che in Italia ci sia ancora tanta ignoranza riguardo alle malattie sessualmente trasmissibili, ma soprattutto che ci sia gente che si gioca la salute per pochi minuti di piacere.Mi dispiace che ci sia gente promiscua che non abbia rispetto per se stessi e per gli altri. Inorridisco quando leggo le storie di donne che si sono ammalate perché il marito le ha tradite. Inorridisco quando sento che i ragazzi,pur sapendo l'importanza del preservativo, preferiscano il piacere al rischio di contagio.Ho un fratello più' piccolo che corre spesso dei pericoli andando a letto con persone straniere senza preservativo,nn perché siano straniere ma proprio perché con loro ,così' come con alcune italiane , corre dei rischi avendo costantemente avventure con gente che nemmeno si conosce, ricevendo sesso orale e non sempre utilizzando il preservativo nella penetrazione completa.Prego Dio che a lui non capiti mai nulla nella vita.Come lui ce ne sono tanti di ragazzi incoscienti.Mi dispiace per le persone che sono sieropositive ed auguro loro ogni bene